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Filler: cosa chiedono le donne di diverse etnie 

Filler: cosa chiedono le donne di diverse etnie 

Filler per diverse etnie 

Paese che vai, filler che trovi? Una cosa è certa: a tutte le latitudini gli impianti di acido ialuronico occupano uno dei posti più alti nella classifica dei trattamenti soft che uomini e donne scelgono per preservare e restituire al volto armonia nelle proporzioni, definizione nei volumi, compattezza nei contorni. In parole semplici: bellezza e giovinezza.

«Occorre tenere presente che i canoni estetici variano seguendo fattori diversi che possono essere le mode dettate dal periodo in cui si vive, l’età e naturalmente anche il paese da cui si proviene e l’etnia a cui si appartiene» precisa il dottor Andrea Romani, dermatologo e membro di ISPLAD (International Italian Society of Plastic Aesthetic and Oncologic Dermatology). 

Ne ha dato conferma qualche anno fa un singolare esperimento condotto su un gruppo di medici estetici di paesi diversi ai quali si chiedeva di “ritoccare” la foto di un volto: risultati completamenti diversi tra loro sono la diretta testimonianza del fatto che i canoni estetici hanno anche una connotazione “geografica”. 

Correzioni con i filler: diverse da paese a paese

«Si può partire, ad esempio, parlando degli Stati Uniti» spiega il dottor Romani. «Oltre ad essere fedeli, per non dire fanatici, consumatori di botulino, amano le correzioni piuttosto vistose e quindi anche ai filler chiedono di aumentare i volumi del volto per dare evidenza agli zigomi, migliorare la proiezione del mento e la definizione della mascella.

Spostandosi nel mondo orientale, invece, occorre innanzitutto tener presente che il concetto di bellezza varia molto tra paese e paese, tra la Cina, ad esempio, e la Corea o il Giappone, ma anche tra nord e sud all’interno di uno stesso paese. In linea generale, comunque, la tendenza è quella di dare particolarità a un volto considerato “piatto”. Un risultato che si ottiene lavorando con i filler di acido ialuronico  sulle labbra, nella zona degli zigomi e delle guance ma anche del mento così da renderlo più evidente e dare maggior carattere ai tratti.

Molto richiesta anche la mascella sfilata che viene ottenuta iniettando tossina botulinica nel muscolo massetere o addirittura slanciando maggiormente il collo facendo diminuire il muscolo trapezio delle spalle». Occhi a parte con la blefaroplastica che resta un intervento molto richiesto dagli orientali desiderosi di avere occhi “occidentali”, più grandi e importanti, come pure la correzione del naso per renderlo più piccolo e armonioso. 

Filler per un naso più armonioso

«Il rinofiller è un metodo che si presta egregiamente a raggiungere questo obiettivo» precisa il dottor Romani. «Tenendo sempre ben presente, in ogni caso, che lavorare sul naso significa procedere con correzioni millimetriche dove basta davvero poco per migliorare o al contrario perdere l’armonia non solo della parte ma dell’intero viso».

Un rischio concreto in un paese come la Cina dove il mercato della medicina e della chirurgia estetica in fortissima crescita ha portato al proliferare di centri non autorizzati che offrono interventi e procedure eseguite spesso senza il rispetto delle minime regole di sicurezza. Il che fa ricordare ancora una volta come, in qualunque paese ci si trovi, professionalità dell’operatore e qualità dei materiali utilizzati siano imprescindibili per la sicurezza e il risultato. 

Richieste sempre da valutare, anche per i filler 

«Anche nelle popolazioni di colore, indiane e afroamericane in particolare, la luminosità di una pelle senza macchie viene considerata un cardine irrinunciabile della bellezza di un viso» commenta il dottor Romani. «Proprio per questo è massiccio il ricorso a cosmetici e trattamenti sbiancanti spesso molto aggressivi e dannosi non solo per la pelle ma per l’intero organismo».

Senza dimenticare in ogni caso che ridurre le narici e rimpicciolire la punta del naso, tecnica indicata con il nome di “slump impiant”, è una forte richiesta non solo dei paesi asiatici ma anche di quelli afro e afroamericani. «Quello della medicina e della chirurgia etnica è un terreno delicato che pone il professionista di fronte a questioni di ordine etico» commenta il dermatologo.

«Come succede per molti altri casi, occorre valutare a monte le motivazioni che spingono verso una richiesta e procedere di conseguenza, avendo sempre ben chiaro il fatto che compito di qualsiasi correzione, anche di quelle soft eseguite con l’acido ialuronico, è quello di migliorare un viso, non certo di cambiarlo e di stravolgerlo negando ad esempio i tratti etnici».