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Biorivitalizzazione con acido ialuronico: quando e perché farla

Biorivitalizzazione con acido ialuronico: quando e perché farla

Biorivitalizzazione con acido ialuronico

Il nuovo approccio medico-estetico all’invecchiamento è sempre più “full face”. Non si accanisce sul singolo inestetismo cercando di cancellarlo come una gomma magica, ma ridisegna tutto il profilo del viso in modo leggero, quasi impercettibile, con interventi completi che danno “una rinfrescata” al volto senza togliergli neppure un anno di età, ma regalandogli una luce nuova e un contorno ridefinito.

E alle donne piacciono: infatti tra i trattamenti più richiesti in Italia ci sono proprio quelli di biorivitalizzazione. «Ma sono sempre più richieste anche dagli uomini, grazie alla mini-invasività, all’elevato profilo di sicurezza e ai risultati super naturali», spiega il professor Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano e presidente fondatore di Isplad, che ci spiega nel dettaglio di cosa si tratta.

Cos’è la biorivitalizzazione

«La biorivitalizzazione, o biostimolazione, mira ad aumentare l’attività dei fibroblasti incrementando la produzione delle componenti naturali del derma: acido ialuronico, collagene ed elastina, che danno idratazione, consistenza e spessore alla pelle», illustra il professore. «L’obiettivo non è dunque “riempire” le rughe, ma cercare di restituire alla pelle ciò che ha perso con il passare del tempo, complici anche fattori esterni come le cattive abitudini al sole, il fumo, l’inquinamento e la mancanza di idratazione quotidiana, e recuperare elasticità e turgore».

Perché scegliere la biorivitalizzazione

La biorivitalizzazione lavora negli strati medio e superficiale del derma (mentre quando si parla di bioristrutturazione si intende un trattamento che agisce a livello del derma medio e profondo). «È una risposta valida e sicura al problema dell’invecchiamento, anche precoce, perché la tecnica e i materiali sono sicuri e comprovati», assicura Di Pietro.

«Si avvale infatti di sostanze rigeneranti naturali, principalmente acido ialuronico, un polisaccaride (catena di zuccheri) normalmente presente nel corpo umano, ma la cui produzione può rallentare con l’età. Gli studi dimostrano che stimola in modo efficiente il metabolismo dei fibroblasti e svolge un’azione rigenerante visibile sulla pelle senza reazioni avverse, né effetti sul sistema immunitario o danni ai tessuti o ai capillari.

Attualmente, come biostimolante, si preferisce usare acido ialuronico non cross-linkato, cioè non trattato con altri ingredienti (come avviene spesso, per esempio, nei filler ad azione riempitiva e volumizzante): l’acido ialuronico puro e naturale è altamente efficace e con meno reazioni avverse di quello reticolato. È possibile inoltre associare acidi ialuronici di diversi pesi molecolari per svolgere più azioni in contemporanea».

Quando scegliere la biorivitalizzazione

Per la sua natura mini-invasiva e grazie all’impiego di materiali sicuri e ben tollerati come l’acido ialuronico, la biorivitalizzazione è un trattamento indicato anche alle pelli più giovani, alle prese con prime rughe, linee sottili, pieghe e primi segni di stanchezza e cedimento del volto (specialmente ai lati del volto, a livello delle guance), perché migliora la trama superficiale della pelle che appare più omogenea, liscia e luminosa.

È indicato anche come trattamento pre-sole perché, in abbinamento alla fotoprotezione (crema solare), aiuta la pelle a difendersi dai danni dei raggi Uv, come fotoinvecchiamento precoce, fenomeni di elastosi solare, ma anche secchezza e disidratazione. Non ha controindicazioni (tranne la presenza di infezioni cutanee o stati infiammatori) ed è indicato per tutti i tipi di pelle, anche quelle sensibili.

È combinabile con altre procedure estetiche come il filler. È una metodica molto usata anche per trattare rughe e pieghe di collo e décolleté, ma anche per i raggrinzimenti di mani, ginocchia e gomiti.

Come avviene la seduta di biorivitalizzazione

La biorivitalizzazione non richiede preparazione e si effettua senza anestesia. «La seduta, del tutto indolore, dura circa mezzora e prevede micro-iniezioni ravvicinate di acido ialuronico, parallele alla superficie cutanea, con aghi dermici lunghi e sottili (da uno a tre cm), oppure delle cannule (con la punta smussata)», racconta l’esperto.

«Le iniezioni vengono effettuate in senso sia verticale che orizzontale, in modo da creare una sorta di reticolo invisibile sotto la cute, fatto di tanti fili intrecciati di acido ialuronico ad alta concentrazione (due milligrammi), che ha un’elevata capacità stimolante, rigenerante e riparatrice. Tra le maglie di questa rete effettua lo specialista esegue dei micro-pomfi (iniezioni un po’ più profonde), usando un altro tipo di acido ialuronico, a bassa densità, in grado di “riempire” gli spazi.

La sicurezza e la mininvasività della metodica consentono di riprendere subito le normali attività, è concesso il make up mentre per l’esposizione solare diretta occorre attendere 24-48 ore. Non ci sono effetti collaterali da segnalare, se non la comparsa temporanea di piccoli rigonfiamenti e/o ecchimosi.

Per ridurre al minimo questi rischi si raccomanda di affidarsi a professionisti qualificati. Per potenziare gli effetti del trattamento, è consigliabile applicare nei giorni successivi cosmetici ad azione idratante, rigenerante e nutritiva per esempio a base di fosfolipidi, glucosamina e vitamine». È indicato un ciclo di due o tre sedute mensili più una di mantenimento ogni tre-sei mesi, a seconda del grado di invecchiamento.

 

 

 

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