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Il dizionario dei filler

Il dizionario dei filler

Il dizionario dei filler

Parole come reticolato, cross linking, alto e basso peso molecolare sono sempre più frequenti, soprattutto associate all’acido ialuronico. Ma cosa significano di preciso? Ecco una guida sui termini più ricorrenti legati al filler, stilata insieme al dottor Giorgio Astolfi, medico estetico

Filler

Dall’inglese to fill, riempire, filler vuol dire riempitivo. Per filler si intende, quindi, un materiale iniettabile che consente di trattare le rughe, grazie alla sua azione riempitiva. Il filler può essere impiegato anche per riempire le cicatrici infossate e aumentare il volume di alcuni distretti anatomici, come le labbra. 

Riassorbibile

Si chiama riassorbibile il tipo di filler che ha la capacità di essere completamente degradato dalle strutture enzimatiche presenti nella pelle. Deve essere, pertanto, biocompatibile e non indurre reazioni fibrotiche o altri eventi avversi scatenati da corpo estraneo. L’acido ialuronico rappresenta oggi la sostanza iniettiva riassorbibile per eccellenza. Vanta diversi anni di ricerca, seguiti da migliaia di pubblicazioni nella letteratura scientifica. Il processo di riassorbimento avviene in un periodo di tempo relativamente breve, di variabilità soggettiva, quantificabile in un range di 6-8 mesi.

Peso molecolare

Il peso molecolare indica le dimensioni delle molecole che chimicamente compongono una determinata sostanza, in questo caso l’acido ialuronico. Più la molecola è grande, maggiore sarà il suo peso molecolare, viceversa quanto più è piccola, tanto più il suo peso molecolare risulterà basso. I differenti pesi molecolari incidono sulle capacità di azione del filler.

L’acido ialuronico ad alto peso molecolare, l’acido agisce in superficie garantendo un’efficace idratazione e ha un’azione filmogena, poiché si lega allo strato corneo con effetto tensore.

L’acido ialuronico a basso peso molecolare agisce in profondità rivitalizzando i tessuti.

Cross linking

Il cross linking è un’espressione che si riferisce alla lavorazione della molecola dell’acido ialuronico, con particolare riguardo alla lunghezza della sua catena. Per comprendere meglio questo concetto, bisogna fare un passo indietro. Dal punto di vista chimico l’acido ialuronico è un polimero a forma di catena lineare, cioè risultante dall’aggregazione di migliaia di unità uguali. Ciò fa sì che abbia una struttura piuttosto fluida e “aggredibile” dal fisiologico processo di degradazione della cute.

Se iniettato nel derma, un acido ialuronico così lineare verrebbe in breve tempo riassorbito (come accade con gli idratanti in crema). Per aumentarne durata e biodisponibilità, la ricerca farmaceutica ha ideato la soluzione del cross-linking, trasformandolo da polimero lineare a polimero reticolato. Cosa vuol dire? All’acido ialuronico vengono aggiunti dei composti che rendono la struttura più stabile e tridimensionale. Ciò aumenta la sua resistenza all’interno del tessuto dermico, riempiendo rughe e solchi per più tempo. L’acido ialuronico cross-linkato, chiamato in italiano reticolato, può variare il suo grado di cross-linking in base alle dimensioni delle “maglie” che ne costruiscono la struttura. Con conseguenze sui risultati che si desiderano ottenere.

Purezza

I filler di acido ialuronico in commercio sono molti, ma non tutti hanno lo stesso grado di purezza. È importante sapere che più l’acido ialuronico è puro, più è in grado di integrarsi perfettamente con il tessuto cutaneo, più risulterà impercettibile e quindi garantirà un effetto naturale. Una sostanza percepita come estranea dall’organismo può determinare più facilmente reazioni avverse, come la formazione di noduli sottocutanei, gonfiori, ecc.

Visco-elasticità

Le varie aziende producono diversi tipi di gel combinando due parametri fondamentali: concentrazione di acido ialuronico e percentuale e grado di cross-linkaggio. In questo modo si ottengono gel con proprietà molto differenti in termini di morbidezza, durata, integrazione nel tessuto. In particolare, il cosiddetto “modulo elastico” o G prime indica la capacità del filler di ritornare alla propria  forma originaria quando viene sottoposto a una forza. Più elevato è il modulo elastico, più duro e compatto sarà il gel. La viscosità è la forza che lega insieme le particelle dell’acido ialuronico e indica la resistenza del filler a una pressione subita. 

Tecnica di iniezione

Ci sono diverse tecniche per iniettare l’acido ialuronico sottocute. Indichiamo le principali:

  • tecnica a micropomfi: riguarda filler superficiali di acido ialuronico a basso peso molecolare per la correzione di rughe superficiali. Un micropomfo è circa 0,01–0,02 ml di acido ialuronico;
  • tecnica lineare retrograda: l’ago entra nella ruga in profondità variabile e si ritira in senso retrogrado, depositando l’acido ialuronico con leggera pressione;
  • tecnica a rilascio microgocce: iniezioni superficiali di acido ialuronico a basso peso molecolare per la correzione di rughe superficiali. Un microgocciaè circa 0,05 –0,1 ml di acido ialuronico;
  • tecnica a ventaglio: con un’unica iniezione si direzione l’ago a raggiera formando angoli più o meno acuti sul tessuto da rimpolpare.

Ialuronidasi

Più precisamente denominata ialuronoglucosaminidasi, è un enzima normalmente presente nell’organismo e deputato alla metabolizzazione dell’acido ialuronico. Riprodotto in laboratorio, viene utilizzato in medicina estetica per via iniettiva laddove vi sia la necessità di correggere rapidamente una eccessiva somministrazione di acido ialuronico a scopo volumizzante o riempitivo.

 

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