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30 anni di filler: cosa è cambiato

30 anni di filler: cosa è cambiato

30 anni di filler: che cosa è cambiato

Il filler di acido ialuronico ha subito un’evoluzione nel tempo. Sono passati più di 30 anni dalla prima iniezione e, grazie agli innumerevoli progressi nella tecnica e al miglioramento qualitativo dei prodotti, ma anche alla maggiore consapevolezza di medici e pazienti nei confronti delle possibilità di questa procedura, oggi vive un momento d’oro. Apparire freschi e riposati in modo naturale, piacersi di più, aumentare la propria autostima.

Sono tra le ragioni che oggi, più di frequente, spingono uomini e donne al ritocco estetico, secondo gli ultimi dati Asps (American Society of Plastic Surgeons, 2022). Il filler di acido ialuronico, in particolare, è tra i trattamenti più richiesti. Ma come è cambiato nel corso di questi tre decenni? Ce lo racconta la dottoressa Chiara Lovati, dermatologa all’Istituto Vita Cutis di Milano.

Cosa è cambiato nelle richieste delle donne, in termini di zone, ma anche di risultati attesi?

Un tempo la richiesta era quasi sempre la stessa: riempire la ruga. Le donne chiedevano il ritocco del singolo inestetismo, specialmente quelli frontali del volto, come la ruga naso-geniena. Con il tempo però si è diffusa la consapevolezza degli effetti poco naturali di un intervento localizzato. Per questo oggi si mira di più a una correzione full face, che si ottiene non più dal tentativo di “riempire” l’area centrale del volto con la correzione di singole zone, ma lavorando sulla periferia del viso, con un effetto “drappeggio” che crea un’armonia generale e un equilibrio tra i volumi molto più naturale rispetto ai gonfiori eccessivi di una volta.

Filler di acido ialuronico: qual era il “ritocco” più richiesto 30 anni fa e qual è oggi?

Le rughe naso-geniene e quelle glabellari sono state per molto tempo in cima alle richieste, insieme all’aumento di volume delle labbra. Oggi invece l’aspettativa principale è verso un “contouring“ globale del viso, un rimodellamento generale dell’ovale con effetto “bonne mine”.

Si tende a una ridefinizione globale dell’architettura del viso che, tramite principalmente il risollevamento dei volumi delle guance e la correzione delle rughe della marionetta, dia subito un effetto più fresco e “pieno”. Negli ultimi anni è aumentato anche il desiderio di lavorare sulla skin quality, cioè di migliorare la texture della pelle, di renderla più idratata e distesa, con un effetto lifting naturale.

Qual è l’identikit del paziente-tipo di oggi? I dati Asps parlano di una riduzione dell’età media, con un picco di richieste nella fascia 31-45 anni.

Il target dei filler di acido ialuronico con gli anni si è esteso parecchio, sia in termini di età che di fasce sociali. Se un tempo chi bussava alla porta del medico estetico era essenzialmente una donna di mezza età dalle buone possibilità economiche, oggi vediamo di tutto. Ci sono ragazze che magari, dopo aver vissuto un’adolescenza in lotta con l’acne, sognano un incarnato liscio e omogeneo, ma anche giovani donne che chiedono di prevenire l’invecchiamento lavorando sulla texture della pelle.

Restano anche le signore mature che, oggi come ieri, non si arrendono al tempo che passa e puntano ad attenuare le rughe e a contrastare la caduta dei tessuti. Cresce pure la quota degli uomini, di tutte le età. In generale, oggi il paziente è più informato di un tempo, ma spesso è disinformato o malinformato. Compito dello specialista diventa quindi, prima di tutto, smontare le false promesse dei sedicenti professionisti e riportare le aspettative del paziente alla realtà.

Parlando della formulazione del filler di acido ialuronico, cosa è cambiato nei prodotti a disposizione del medico?

Se all’inizio esisteva solo un tipo di acido ialuronico, un gel altamente viscoso, di lunga durata, ad azione profonda perché serviva (in medicina) alla ricostruzione dell’osso o a correzioni estetiche importanti, oggi abbiamo a disposizione gamme complete di prodotti, per ogni zona ed esigenza: soft o deep (superficiale o profondo), per occhi, bocca, contorno mandibolare, ad azione liftante, combinabile con altre sostanze come idrossiapatite di calcio, vitamine, glicerolo, mannitolo ecc.

La scelta è vastissima. Oggi i filler di acido ialuronico permettono di affrontare quasi tutti gli inestetismi con risultati personalizzabili e su misura: rimodellare gli zigomi, sollevare le depressioni della pelle, ridare turgore alla pelle delle mani, restituire tono alla zona del collo e décolleté, aumentare il volume delle labbra o definirne i contorni.

Per quanto riguarda le tecniche dei filler di acido ialuronico, quali passi avanti sono stati fatti?

Il primo grande cambiamento riguarda l’approccio che, come già anticipato, non è diretto al singolo inestetismo ma è “secondario”, cioè lavora su una zona adiacente puntando a un effetto “trazione” della pelle. Per esempio per correggere il solco naso-genieno, si lavora sullo zigomo e sul contorno mandibolare per ottenere un effetto “stretching” naturale, tramite iniezioni sia profonde che superficiali, usando ialuronici dalla viscosità e dalla durata differenti.

I progressi riguardano poi l’utilizzo di aghi differenziati in base alle zone, ma anche più sofisticati e maneggevoli rispetto al passato, ma soprattutto l’introduzione dell’ago-cannula, dalla punta smussa, che “scivola” nei tessuti senza danneggiare i vasi. Pensiamo ai vantaggi di questo ausilio nella zona perioculare, molto vascolarizzata. Oltre al profilo di sicurezza, la cannula consente un trattamento full face con un solo punto di entrata, senza disagi per il paziente.

Grazie a queste innovazioni, ma anche all’evoluzione delle formule, oggi si predilige un approccio misto. Il viso cioè viene trattato a strati, utilizzando nei piani più profondi, a contatto con l’osso zigomatico o della tempia, dove l’atrofia del tessuto è più accentuata, un prodotto più durevole, e poi risalendo verso i piani superiori con prodotti dalla viscosità diversa, usando preferibilmente la cannula, per motivi di sicurezza e una maggiore distribuzione del prodotto. Per i ritocchi finali si usa invece preferibilmente l’ago, che garantisce una maggior precisione.

Infine dal punto di vista della durata dei filler di acido ialuronico, cosa è cambiato?

La durata ideale di un filler di acido ialuronico è sempre di sei, massimo nove mesi: è un trattamento che deve seguire i cambiamenti del corpo, quindi in caso di dimagrimento o di un risultato diverso da quello atteso, una maggior durata non è un vantaggio. È la qualità dell’effetto che fa la differenza, in termini di turgore della pelle e aspetto più rilassato, disteso.